Il Consorzio CISA di Ciriè (TO) ha avviato negli ultimi anni alcune iniziative di compostaggio collettivo, con casette in legno, nel territorio montano delle Valli di Lanzo, applicando, per primo in Piemonte, le nuove procedure autorizzative semplificate introdotte dal c.d. "Collegato Ambientale" del 2016.
Villanova Canavese è un piccolo Comune rurale dell'area pedemontana, avente un popolazione di 1.140 abitanti. E' stato uno dei primi Comuni della provincia di Torino a passare alla raccolta porta a porta "secco-umido" nel 2002.
Con il passaggio alla tariffazione puntuale nel 2018, il Consorzio CISA, in accordo con il Comune, ha voluto premere l'acceleratore non solo sul recupero e riciclaggio dei rifiuti, ma anche sulla prevenzione e la "gestione in loco", in particolare della frazione organica.
Pertanto, oltre a proseguire la promozione dell'autocompostaggio, avviata da tempo e favorita dalla presenza di molti stabili uni e bifamiliari con annessa area verde, si è deciso di realizzare un'iniziativa di compostaggio collettivo, rivolta a coloro che non possono praticare l'autocompostaggio, rendendo la raccolta dell'umido un servizio residuale, rivolto alle utenze non domestiche specifiche (ristoranti, rivendite di ortofrutta ecc.) ed a quelle domestiche che decidono di richiedere espressamente questo servizio.
La nuova postazione di compostaggio collettivo, costituita da due casette in legno ("chalet") aventi capacità complessiva di circa 5 metri cubi, è stata inaugurata recentemente (novembre 2018). L'assistenza tecnica, in fase progettuale e gestionale, è fornita dalla Corintea di Torino, mentre i materiali di informazione e comunicazione sono stati predisposti da Achab Group.
Il sistema di gestione dei rifiuti urbani a Villanova C.se è supportato da specifici meccanismi di misurazione e di incentivazione tariffaria:
* misurazione della quantità di rifiuti indifferenziati conferiti, attraverso l'identificazione dei contenitori assegnati a ciascuna utenza e la registrazione del numero degli svuotamenti;
* misurazione della quantità di rifiuti organici "umidi" conferiti, attraverso l'identificazione dei contenitori assegnati a ciascuna utenza e la registrazione del numero degli svuotamenti;
* misurazione degli accessi da parte delle utenze che si impegnano a conferire i propri rifiuti di cucina nelle compostiere collettive (con dichiarazione sostitutiva di atto notorio), mediante conteggio delle aperture di un cancelletto metallico, con chiave elettronica;
* verifica periodica, mediante sopralluogo, presso le utenze che si impegnano (con dichiarazione sostitutiva di atto notorio) a praticare l'autocompostaggio;
* calcolo della parte variabile della tariffa basato sulla volumetria/quantità di rifiuto indifferenziato conferito (con volumetria annuale "minima") e costo aggiuntivo per il servizio di raccolta differenziata dell'umido.
Con questa strategia il Consorzio ed il Comune intendono limitare l'impatto economico ed ambientale della gestione della frazione organica dei rifiuti, riducendo la domanda di questo servizio e conseguentemente i tempi di percorrenza degli autocarri ed i costi dell'avvio a recupero.
Si tratta di un modello esportabile in tutto il territorio maggiormente a carattere rurale del Consorzio CISA, in particolare nelle aree pedemontane e nelle vallate alpine.
Ventuno incontri pubblici in ventuno comuni: dal fondo valle - Chatillon e Saint Vincent, alle più rinomate località sciistiche italiane Valtournenche e Ayas - passando per tutti i piccoli comuni di media valle, tutti sono stati partecipatissimi, con un numero di presenze registrate che va dalle 80 alle 300 persone!
Siamo in Valle d'Aosta e l'esperienza di queste settimane, che vede Achab supportare il Sub-ATO D e Quendoz srl nel lancio del nuovo servizio di igiene urbana, dimostra che il contatto diretto e l'approfondimento faccia a faccia sono ancora indispensabili, anche nell'epoca dei nuovi media e della partecipazione digitale.
Dal 1° novembre 2018 nei 21 Comuni delle Unités des Communes Evançon e Mont Cervin la raccolta differenziata, organizzata dal Sub-ATO D e gestita da Quendoz srl, sarà oggetto di importanti modifiche, che consentiranno la tracciabilità dei rifiuti conferiti dagli utenti ed entro il 2020, il riparto dei costi del servizio sulla base di quanto rifiuto indifferenziato prodotto, nel pieno rispetto del principio "chi inquina paga".
Tra i primi risvolti positivi sono gli aggiornamenti delle banche dati TARI, con l'emersione di nuove utenze, poichè le attrezzature possono essere consegnate alle solo agli iscritti a ruolo.
Il servizio previsto dal piano di sub-ambito prevede un'integrazione tra più sistemi organizzativi per tener conto della varietà e stagionalità delle utenze in realtà così fortemente turistiche. I contenitori per i comuni con raccolta domiciliare sono dotati di codice elettronico; i contenitori che rimangono stradali, ma ad accesso controllato, potranno essere aperti solo con le tessere. Il sistema è progettato per permettere l'associazione di ogni rifiuto all'utente che lo ha prodotto, consentendo di individuare chi non differenzia correttamente, ed arrivare ad una tariffa puntuale unica di sub-ambito.
Ciascuno svuotamento dei nuovi contenitori (nelle aree servite con raccolta porta a porta tradizionale e frazionale individuale) ed ogni conferimento stradali informatizzati (sbloccati utilizzando la nuova eco-tessera), sarà registrato ed associato alla relativa utenza. Per questo motivo i contenitori del secco residuo stradali sono dotati di una calotta volumetrica.
A fine anno, si saprà quanti svuotamenti o conferimenti sono stati effettuati.
In questo modo sarà possibile definire, per gli anni successivi, le modalità di pagamento della tariffa in base al volume dei rifiuti conferiti al servizio pubblico.
Altri aspetti di particolare interesse sono la sostituzione dei contenitori condominiali con quelli familiari per le poche, ma talvolta grandi, utenze aggregate; e ancora l'adesione ai colori definiti dalla norma UNI 11686 per i contenitori della differenziata. Con la speranza che queste scelte ci portino un giorno ad avere colori univoci almeno a livello nazionale.
A partire dal 1 Novembre oltre 40.000 utenze inizieranno un nuovo percorso verso la sostenibilità.
Il 28 dicembre 2017 è stata approvata la nuova Legge Regionale del Piemonte "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7".
Con questa legge la Regione Piemonte disciplina:
a) gli strumenti della pianificazione regionale;
b) l'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, in attuazione della normativa nazionale di settore e secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza, nonché di leale collaborazione tra gli enti locali;
c) l'organizzazione della gestione dei rifiuti speciali;
d) il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, nonché per lo smaltimento dei rifiuti tal quali in impianti di incenerimento senza recupero di energia;
e) il sistema sanzionatorio in materia di produzione dei rifiuti e di tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, nonché per lo smaltimento dei rifiuti tal quali in impianti di incenerimento senza recupero di energia.
Per quanto riguarda gli obiettivi e le finalità, oltre a recepire i principi dell'economia circolare e della gerarchia della gestione dei rifiuti (art. 179, comma 1 del D. Lgs. 152/06), ulteriormente dettagliati nell'articolato del provvedimento, vengono fissati una serie di principi:
a) le frazioni raccolte in maniera differenziata sono conferite ad impianti che ne favoriscono la massima valorizzazione in termini economici e ambientali in coerenza con il principio di prossimità, privilegiando il recupero di materia a quello di energia;
b) sono incentivati l'autocompostaggio e il compostaggio di comunità, a partire dalle utenze site in zone agricole o a bassa densità abitativa e, in generale, il comportamento virtuoso della cittadinanza nel differenziare i rifiuti;
c) sono incentivati lo scambio, la commercializzazione o la cessione gratuita di beni usati o loro componenti presso i centri del riuso o in aree appositamente allestite nei centri di raccolta per rifiuti urbani ai fini del loro riutilizzo;
d) la tariffazione puntuale è strumento fondamentale e da privilegiare per la responsabilizzazione della cittadinanza e delle imprese al fine della riduzione della produzione dei rifiuti e di sostegno al miglioramento della qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato.
La Regione Piemonte persegue l'obiettivo di raggiungere:
a) entro l'anno 2018 la produzione di un quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 190 chilogrammi ad abitante;
b) entro l'anno 2020 la produzione di un quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 159 chilogrammi ad abitante.
L'aspetto più rilevante è la riorganizzazione della "governance". Ai fini dell'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani il territorio della regione viene suddiviso in:
* un ambito territoriale ottimale regionale per le funzioni inerenti alla realizzazione e alla gestione degli impianti a tecnologia complessa, compreso il trattamento del rifiuto organico;
* in ambiti di area vasta, coincidenti con il territorio della Città di Torino, di ciascuna delle province e della Città metropolitana di Torino, con l'esclusione del territorio della Città di Torino, articolate e organizzate per aree territoriali omogenee, per le funzioni inerenti alla prevenzione della produzione dei rifiuti urbani, alla riduzione, alla raccolta differenziata, al trasporto e all'avvio a specifico trattamento delle raccolte differenziate, ad esclusione del rifiuto organico, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti urbani residuali indifferenziati e alle strutture a servizio della raccolta differenziata".
Sono poi dettagliate le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani al livello dell'area vasta, che sono esercitate dai Comuni attraverso consorzi, denominati consorzi di area vasta. Si passerà quindi dagli attuali 21 Consorzi di bacino ai 9 nuovi Consorzi di area vasta.
Le funzioni dell'ambito regionale sono invece esercitate attraverso un'apposita conferenza d'ambito. Quindi per la gestione degli impianti le attuali 8 Autorità Territoriali Ottimali provinciali (ATO) vengono sostituite da un'unica autorità di dimensione regionale.
La legge, oltre a stabilire alcune disposizione per la gestione dei rifiuti speciali, disciplina il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, e provvede a ricondurre in capo alla Regione le competenze relative alla riscossione dello stesso.
Sono poi stabilite sanzioni in materia di produzione dei rifiuti, da applicare in caso di mancato raggiungimento, a livello di ambito di area vasta, degli obiettivi di produzione del quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato stabiliti. Si tratta di importi che vanno da 0,05 a 0,30 Euro ad abitante. Non costituiscono di per sé una leva determinante, ma stabiliscono un principio importante.
La tariffazione puntuale è universalmente individuata come uno degli strumenti migliori per prevenire e minimizzare la produzione di rifiuti urbani. Questo concetto è ben espresso nella premessa al Decreto del Ministero dell'Ambiente 20 aprile 2017, "Criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico...": "Considerato che tale tariffa commisurata al servizio reso è tra gli strumenti economici più efficaci per l'attuazione della gerarchia gestionale dei rifiuti urbani ai sensi dell'art. 179 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152"....
E' interessante analizzare come negli ultimi anni diverse Regioni o Province Autonome abbiano previsto azioni specifiche di promozione di questo strumento, anche spingendosi alla definizione di obblighi in questa direzione, tra l'altro giudicati da alcuni invasivi delle competenze specifiche dei Comuni.
Si illustrano alcuni esempi, tutt'altro che esaustivi, di politiche attuate.
La Regione Piemonte individua nel proprio PRGR (approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 140-14161 del 19 aprile 2016) la tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani tra gli strumenti economici, fiscali e di regolamentazione da diffondere per raggiungere gli obiettivi di Piano al 2020.
Secondo quanto previsto dalla successiva DGR n. 85-5516 del 3/8/17, quindi gli investimenti necessari per l'introduzione della tariffazione puntuale rientrano tra gli interventi ammissibili a finanziamento regionale.
La Provincia Autonoma di Trento, nel Quarto Aggiornamento del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 2175 del 9 dicembre 2014) individua nell'applicazione della tariffa puntuale uno degli strumenti determinanti per il raggiungimento dei risultati ottenuti ("il metodo di tariffazione puntuale è risultato essere la variabile determinante nella riduzione del rifiuto residuo e negli ambiti in cui è applicato la produzione di residuo è abbondantemente sotto la media") e degli obiettivi previsti. Il Quarto Aggiornamento del Piano non impone l'applicazione della tariffa puntuale, competenza dell'Amministrazione titolare del pubblico servizio di raccolta, ma la ritiene uno strumento essenziale per il raggiungimento di risultati elevati e che pertanto deve essere confermato e promosso.
Per incentivare l'applicazione della tariffa puntuale si prevede che, a decorrere dal 1 gennaio 2014, le somme versate alla Provincia per il recupero degli oneri di costruzione delle discariche per RSU. siano destinate, nella misura massima del 50% e secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta provinciale, all'adozione o mantenimento di modelli di misurazione puntuale della frazione indifferenziata. Per contro, per quegli ambiti di servizio che a partire dal 2019 non avranno ancora applicato il modello di tariffazione puntuale sarà prevista una penalizzazione tariffaria per lo smaltimento del rifiuto urbano residuo (RUR), in rapporto all'obiettivo di produzione media pro-capite che per il 2017 è fissato in 82 kg/AE (abitanti equivalenti) anno.
La Regione Liguria individua la tariffazione puntuale come uno strumento da promuovere ai fini della prevenzione dei rifiuti e del raggiungimento degli obiettivi di RD. Prevede quindi una specifica azione (B.9.1) di promozione di sistemi di tariffazione puntuale attraverso progetti specifici, linee guida, criteri premiali, semplificazione amministrativa, già dal 2015.
La programmazione regionale passa poi dai Piani delle Aree omogenee della 4 Province. Nel "Piano dell'area Omogenea Imperiese per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti" l'introduzione della tariffa puntuale è obbligatoria a partire dal 01/01/2021.
La Regione Emilia-Romagna, con la Legge Regionale n. 16/2015 "Disposizioni a sostegno dell'economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani..." , nell'art. 1 (Obiettivi e finalità) al comma 6 si pone severi obiettivi minimi al 2020 in termini di riduzione della produzione pro capite dei rifiuti urban, di % di raccolta differenziata, di % riciclaggio di materia.
Nel successivo comma 7, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui sopra sono promosse una serie di azioni, tra cui "applicare la tariffa puntuale quale strumento per la riduzione della produzione di rifiuti e di sostegno al miglioramento della qualità delle raccolte differenziate prevedendo specifici meccanismi incentivanti".
Infatti l'art. 5 riguarda specificamente i Criteri per l'applicazione della tariffazione puntuale ed il relativo comma 8 prevede che "Atersir (Agenzia di regolazione dei servizi pubblici locali ambientali della regione Emilia-Romagna) ... predispone le linee guida per l'applicazione della tariffa puntuale differenziata per utenze domestiche ed utenze non domestiche, basata sul criterio principale di minimizzazione della produzione dei rifiuti ed in particolare sulla minimizzazione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, e determina le tempistiche della sua applicazione, che dovrà avviarsi su tutto il territorio regionale entro e non oltre il 31 dicembre 2020, con priorità per l'applicazione alle utenze non domestiche anche prevedendo verifiche sull'impatto ed eventuali correttivi.
La Regione Lazio, con L.R. 10 Agosto 2016, n. 12, all'art. 12 (Modifica alla legge regionale 9 luglio 1998, n. 27 "Disciplina regionale della gestione dei rifiuti" e successive modifiche), stabilisce che la Regione promuove la tariffazione puntuale quale strumento per incentivare prioritariamente il contenimento e la riduzione della produzione di rifiuti e per potenziare l'invio a riciclaggio delle diverse frazioni di rifiuti tramite le raccolte differenziate. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, predispone le linee guida per l'applicazione della tariffa puntuale differenziata per utenze domestiche ed utenze non domestiche, basata sul criterio principale di minimizzazione della produzione dei rifiuti ed in particolare sulla minimizzazione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, e determina le tempistiche della sua applicazione, che deve avviarsi su tutto il territorio regionale entro e non oltre il 31 dicembre 2020, con priorità per l'applicazione alle utenze non domestiche anche prevedendo verifiche sull'impatto ed eventuali correttivi.
Con DGR DEC2 del 17/01/2017 sono approvate "Linee guida regionali per l'applicazione della tariffazione puntuale da parte dei Comuni". Nelle linee guida si dichiara che si tratta di una opportunità e non di un obbligo e vengono delineate le motivazioni a favore della scelta della tariffazione puntuale.
La Regione Campania, con la Legge Regionale 26/05/2016 n. 14 "Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti", individua l'incentivazione dell'applicazione della tariffa puntuale tra le azioni da attuare per il raggiungimento degli obiettivi della pianificazione regionale.
In particolare all'art. 6 lett. e) si specifica che la Regione incentiva l'applicazione della tariffa puntuale quale strumento per la riduzione della produzione di rifiuti e di sostegno al miglioramento della qualità delle raccolte differenziate prevedendo specifici meccanismi incentivanti.
All'art. 9 si prevede che la Regione predispone linee guida per la gestione dei rifiuti solidi urbani e la determinazione della tariffa puntuale su scala comunale.
Il 22 maggio 2017 è stato pubblicato (GU n.117) l'atteso DM Ministero dell'ambiente contenente i criteri per consentire ai Comuni di elaborare un sistema di tariffazione puntuale del servizio di gestione rifiuti urbani e assimilati ("Criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati").
Già in premessa ("considerato") la nuova norma dichiara che la tariffa commisurata al servizio reso è tra gli strumenti economici più efficaci per l'attuazione della gerarchia gestionale dei rifiuti urbani (art. 179 del D. Lgs. 152/06 e che la determinazione puntuale della quantità dei rifiuti prodotti dalle singole utenze permette di rafforzare il principio "chi inquina paga" nella gestione dei rifiuti urbani.
Il decreto stabilisce i criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti dalle utenze al servizio pubblico e di sistemi di gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio in funzione del servizio reso (concetto di sinallagma dell'obbligazione di pagamento rispetto al servizio reso, nell'ambito della raccolta trasporto e smaltimento del rifiuto prodotto).
In primo luogo vengono forniti criteri per l'identificazione delle utenze, il trattamento e la conservazione dei dati, con particolare riferimento alle norme sulla privacy ed a quelle del Codice dell'amministrazione digitale.
Vengono successivamente forniti i criteri per la realizzazione di sistemi per la misurazione puntuale della quantità di rifiuti, individuando come requisito minimo quello della quantità di rifiuto urbano residuo ("RUR") in peso o volume. Si precisa che possono altresì essere misurate le quantità di altre frazioni o flussi di rifiuto oggetto di raccolta differenziata, ivi compresi i conferimenti effettuati dagli utenti presso i centri di raccolta comunali.
Il decreto poi fissa i requisiti minimi dei sistemi di identificazione e misurazione puntuale della quantità di rifiuto. Oltre ai criteri da tempo noti ed applicati nelle esperienze sin qui condotte (identificare l'utenza che conferisce mediante un codice univocamente associato a tale utenza oppure attraverso l'identificazione dell'utente che effettua i conferimenti, registrare il numero dei conferimenti attraverso la rilevazione delle esposizioni dei contenitori o dei sacchi oppure del conferimento diretto in contenitori ad apertura controllata a volume limitato o degli accessi nei centri comunali di raccolta effettuati da ciascuna utenza) vale la pena sottolineare come i dispositivi e le modalità organizzative adottate debbano garantire la registrazione di ciascun singolo conferimento, associato all'identificativo dell'utenza o del contenitore, con indicazione del momento del prelievo e misurare la quantità di rifiuti conferiti, attraverso metodi di pesatura diretta o indiretta.
In particolare, nei criteri per la misurazione della quantità di rifiuto, è ammesso il criterio volumetrico (litri del contenitore conferito per lo svuotamento, o del sacco ritirato o del volume accessibile nel caso di contenitore con limitatore volumetrico), ma questo valore va moltiplicato per il coefficiente di peso specifico calcolato in base alla densità media dello specifico flusso di rifiuto, determinata come rapporto tra la quantità' totale di rifiuti raccolti e la volumetria totale contabilizzata, oppure, in sede di prima applicazione, se non sono disponibili dati storici appropriati, attraverso idonei rapporti di prova eseguiti su campioni di rifiuti di volume predefinito.
Un altro aspetto importante contenuto nel decreto è quello relativo alla determinazione dei conferimenti nel caso di utenze aggregate domestiche (es. condomini, piccoli nuclei abitati): qualora non sia tecnicamente fattibile o conveniente una suddivisione del punto di conferimento tra le diverse utenze, ai fini dell'applicazione della misurazione puntuale, le quantità o i volumi di rifiuto attribuiti ad una utenza aggregata sono ripartiti tra le singole utenze secondo il criterio pro capite, in funzione del numero di componenti del nucleo familiare riferito all'utenza, oppure utilizzando i coefficienti indicati nella tabella 2 dell'allegato 1, del DPR 158/99.
Per quanto riguarda invece la determinazione dei conferimenti di utenze non domestiche all'interno di utenze aggregate, accanto ad un principio generale per cui il rifiuto residuo proveniente dalle utenze non domestiche presenti in utenze aggregate deve essere conferito in maniera separata rispetto a quello conferito dalle utenze domestiche, viene lasciata aperta la possibilità di utilizzare i coefficienti indicati nelle tabelle 4a e 4b del DPR 158/99.
Infine vengono stabiliti dei criteri integrativi ai sistemi di misurazione puntuale e le norme transitorie.
La tariffazione puntuale è individuata nei documenti strategici comunitari, nazionali e regionali riguardanti la gestione e la prevenzione dei rifiuti, tra gli strumenti da promuovere con maggiore forza, sia per ottimizzare il riciclaggio, sia per promuovere la prevenzione dei rifiuti, sia per garantire maggiore equità nel pagamento dei servizi erogati (applicazione del principio "chi inquina paga"). Al fine di supportare le decisioni dei Comuni può essere utile effettuare una valutazione "ex ante" degli effetti del passaggio a tariffazione puntuale (PAYT).
In quest'ottica il Consorzio CISA di Ciriè (ente di governo dei rifiuti su un bacino di circa 100.000 abitanti nella parte settentrionale della Città Metropolitana di Torino), ha affidato a Corintea soc. coop. uno studio per la simulazione di tali effetti.
Gli indicatori ambientali individuati sono:
* produzione totale di rifiuti urbani (kg/anno)
* quantità di rifiuti, distinti per materiale raccolti in modo differenziato (kg/anno)
* % di raccolta differenziata (metodo normalizzato vigente Regione Piemonte).
Gli indicatori economici sono:
* costi annuali di gestione dei rifiuti urbani (€/anno e €/abitante anno), suddivisi nelle principali componenti dei Piani Finanziari (PEF).
Si è confrontato uno scenario di base (situazione attuale) con n.2 altri scenari previsti a seguito dell'adozione del sistema PAYT.
Nel caso specifico, per il complesso dei 6 comuni considerati, considerando di ammortizzare in 5 anni i costi di avvio del sistema PAYT, il costo annuo di gestione dei rifiuti urbani rimane sostanzialmente uguale a quello attuale (anno 2016) nello scenario più "prudente", mentre scende di oltre il 3% in quello un po' più ottimistico. In relazione all'incremento dei costi di smaltimento invece la prosecuzione senza applicazione della tariffazione puntuale comporterebbe un incremento dei costi annui del 7,2%.
Entrando nel dettaglio, nel territorio in oggetto la raccolta è effettuata con modalità porta a porta, con il conferimento in mastelli, bidoni, cassonetti o sacchi (imballaggi in plastica). La tariffazione puntuale verrà realizzata con rilevazione del numero di svuotamenti del contenitore del rifiuto indifferenziato (in un Comune anche di quello della frazione organica), equipaggiato con trasponder RFID UHF.
Gli effetti dell'adozione della tariffazione puntuale si riflettono su un elemento "fisico", ossia una diversa quantità e composizione dei flussi di rifiuti conferiti, e su un elemento economico indotto, ossia una diversa composizione dei costi di gestione dei rifiuti urbani.
a) Variazioni sui flussi di rifiuti urbani
* Riduzione della produzione totale di rifiuti urbani (RT)
* Incremento della raccolta differenziata (RD)
* Possibile decremento della qualità della RD, in particolare per gli imballaggi in plastica
* Possibile incremento dei fenomeni di abbandono (tale effetto è stato poi considerato nullo in quanto le buone pratiche già realizzate ci dicono che il fenomeno non si incrementa in modo apprezzabile con il passaggio a tariffazione puntuale se si adottano degli opportuni accorgimenti nella modulazione tariffaria).
b) Variazioni sui costi di gestione
* riduzione dei costi di raccolta del secco non riciclabile (indifferenziato), per effetto della riduzione della % di esposizione dei contenitori.
* possibile incremento dei costi della raccolta differenziata per effetto dell'aumento della % di esposizione dei contenitori o dell'esigenza di investire in contenitori di maggiore capacità.
* riduzione dei costi netti di recupero/smaltimento, per l'effetto combinato su costi/ricavi del recupero e costi dello smaltimento determinato dalle variazioni sui flussi di rifiuti urbani raccolti.
* Incremento della voce Altri Costi (AC) per effetto dell'incidenza dell'ammortamento dei costi "una tantum" da sostenere per lo "start up" del sistema di tariffazione puntuale; in particolare:
* concertazione ed informazione preliminare verso gli stakeholder del territorio in oggetto (associazioni di categoria, associazioni dei consumatori, associazioni ambientaliste, imprese, amministratori locali ecc.);
* analisi e verifica delle banche dati esistenti;
* associazione tra utenti e contenitori utilizzati per la raccolta;
* attività tecnico specialistica per l'implementazione del sistema PAYT
* piano specifico di comunicazione.
* Incremento della voce Altri Costi (AC) per l'esigenza di una maggiore attività di controllo della qualità della RD.
* Incremento della voce Costi Comuni (CC) per l'esigenza di una maggiore attività nella gestione "contabile" della TARI.
Dai risultati degli indicatori fisici (legati ai flussi di rifiuti) è stato possibile verificare le potenzialità di rispetto dei target previsti dalla normativa di settore (rifiuti pro capite totali e indifferenziato a smaltimento, RUB, tasso di riciclaggio ecc.), mentre gli indicatori economici hanno consentito di effettuare una proiezione, nel breve e medio termine, dei costi complessivi per la comunità locale della gestione dei rifiuti nell'ipotesi di continuare con la modalità attuale od applicare il sistema PAYT, con diverse ipotesi di impatto di tale innovazione sui flussi di rifiuti.

Payt (Pay As You Throw) Italia è un'associazione che raccoglie soggetti pubblici e privati che si propone l'obiettivo di creare un vero e proprio tavolo di confronto e discussione per l'applicazione di sistemi tariffari per diffondere una cultura ed informazione sotto tutti gli aspetti, normativi, operativi, comunicativi, relativi all'applicazione teorica del concetto "chi inquina paga". Achab Group da Ottobre 2016 vi ha aderito.
E grande è stata la partecipazione al Convegno in collaborazione con la Regione Piemonte dal titolo "La tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Inquadramento normativo, metodi e sistemi, obiettivi e finalità", tenutosi a Torino il 22 febbraio presso la Sala Auditorium Città Metropolitana di Torino.
L'assessore regionale Alberto Valmaggia ha dichiarato in apertura: "La tariffa puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani è uno degli snodi fondamentali del Piano rifiuti della Regione Piemonte, per incentivare le buone pratiche e responsabilizzare i cittadini nell'ottica del riciclo e del riuso, secondo i principi dell'economia circolare".
Il convegno ha messo a confronto amministratori e tecnici sull'utilità dell'applicazione della tariffa, quale strumento di prevenzione della produzione di rifiuti e di miglioramento della qualità della raccolta differenziata. "L'applicazione della tariffazione puntuale – ha spiegato Valmaggia - prevedendo che il pagamento del servizio di gestione rifiuti avvenga non solo in base alla superficie occupata ed ai componenti del nucleo familiare, ma in base alla quantità o al volume dei rifiuti conferiti, si dimostra efficace nella creazione di comportamenti virtuosi nei cittadini, incentivati a limitarne la produzione e a raccoglierli in modo differenziato, riducendo di conseguenza anche il quantitativo di indifferenziato prodotto". Il Piano rifiuti regionale del Piemonte pone come obiettivo al 2020 la riduzione del quantitativo pro-capite di rifiuti indifferenziati ad un valore non superiore a 159 kg per anno. "Il nostro intento – ha sottolineato Valmaggia - è ridurre la quantità di rifiuto indifferenziato, facendo crescere tutto il sistema e incentivando le buone pratiche".
Gli interventi hanno affrontato temi quali le modalità di misurazione, l'evoluzione del modello di gestione del prelievo ambientale e lo sviluppo di modelli di commisurazione. Sono poi state illustrate diverse esperienze di applicazione della tariffa puntuale dal livello regionale e nazionale a quello europeo.
Gaetano Drosi, il Presidente di Payt Italia ha spiegato: "La Misurazione puntuale è dovere di equità. La prima analisi di PAYT Italia ha dimostrato quanto i coefficienti ministeriali (ka, kb, kc, kd) siano ormai superati e fonte di enormi ingiustizie. Se i Comuni nei quali vige la tariffa puntuale, determinassero le tariffe utilizzando i soli coefficienti ministeriali, più dell'80% degli utenti pagherebbe un importo completamente diverso da quello che sta pagando ora, sia in aumento che in diminuzione. Occorre perciò superare il concetto di "categorie produttive" introducendo il concetto di "soggetto produttore".
Sono stati inoltre ricordati alcuni elementi essenziali da tenere a mente per un'applicazione corretta della tariffa puntuale:
- Non si affronti la misurazione puntuale senza aver chiari gli obiettivi del "dopo misurazione" ;
- la tariffa puntuale non può essere applicata per "moda" ;
- se non si è convinti, consapevoli e preparati a questo cambiamento si fanno solo danni;
- si progettino tutte le fasi fino alla riscossione (coinvolgimento dei cittadini incluso) tenendo presente che ognuna di esse andrà controllata e valutata rispetto agli obiettivi prefissati.
Il responsabile della direzione regionale Ambiente, Governo e Tutela del territorio, Roberto Ronco, ha concluso i lavori sostenendo che "lo sviluppo del sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani passa attraverso un cambio di paradigma, in cui la tariffazione puntuale ricopre un ruolo di primaria importanza".
Va sottolineato, infine, come sia in fase di emanazione un decreto ministeriale con l'individuazione dei criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico, che quindi detterà le regole per le possibili forme di misurazione puntuale ai fini del calcolo della quota variabile.
Partirà questa settimana a Casorezzo, comune di circa 6 mila abitanti nell'area milanese, in collaborazione col gestore del servizio San Germano Derichebourg, la distribuzione dei nuovi contenitori per il secco (non riciclabile) dotati di RFID (Radio Frequency Identification), con l'obiettivo di introdurre nel sistema di raccolta la tecnologia necessaria, nei prossimi anni, all'introduzione della tariffazione puntuale, ed alla riduzione delle frequenze di raccolta del secco non riciclabile. Obiettivo: ridurre il rifiuto secco affinché non superi i 75 kg/ab*anno.
Un passo importante per il comune vicino a Magenta: dal 1° marzo infatti verranno svuotati solo i contenitori contenenti sacchi di rifiuto secco indifferenziato dotati della nuova tecnologia e non più raccolti i sacchi grigi "singoli", privi del loro nuovo contenitore. Ogni mastello sarà associato all'intestatario TARI. Interessante anche la gestione dei condomini per cui ogni famiglia avrà il proprio contenitore, e non sarà utilizzato alcun contenitore condominiale per il materiale non riciclabile.
L'occasione del cambiamento è stata importante per rivedere nel dettaglio le corrette modalità di differenziazione, in una realtà già virtuosa, con risultati di raccolta differenziata stabilmente assestati al 65% e 90 kg/ab*anno di rifiuto secco. La novità ha generato grosso interesse tra la popolazione, tanto che alla serata pubblica di presentazione del 26 gennaio sono accorsi centinaia di cittadini (si vedano le foto nella gallery!).
In sinergia con l'Amministrazione Comunale quindi si è presentata la distribuzione dei nuovi contenitori soprattutto come l'occasione di compiere un ulteriore passo avanti nella gestione ambientale della cittadina e verso una prospettiva di tariffazione più equa, basata sui rifiuti non recuperabili (quelli che costano alla comunità in fase di smaltimento) effettivamente prodotti.
Forti dell'esempio di altri comuni in provincia o in aree vicine dunque, anche gli abitanti di Casorezzo saranno stimolati ad una maggiore cura nella differenziazione dei rifiuti, aumentando la percentuale di raccolta differenziata e diminuendo il non riciclabile da destinare allo smaltimento.



