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Notizie sostenibili

Progetto Alisto

Com’è cambiata la veduta aerea dai primi ‘900 ai giorni nostri

alisto

Volare sui campi di battaglia della prima guerra mondiale superando le barriere culturali, per conoscere e valorizzare il patrimonio storico: questo il tema di ALISTO, progetto finanziato nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.
Il progetto ha un duplice obiettivo: ricostruire con metodologia di ricerca scientifica il paesaggio storico tramite mappatura sul modello digitale (DTM) dalle foto aeree scattate nel corso della Grande Guerra, comparandole con il paesaggio odierno e migliorare la comunicazione e la cooperazione sociale e culturale, anche al fine di rimuovere le barriere persistenti rappresentate dalle differenze linguistiche, dalla presenza del confine e da eventi storici che spesso hanno contrapposto popoli che risiedono a una manciata di chilometri gli uni dagli altri.
Tutti i dati derivanti dalla ricerca storico-scientifica confluiranno in materiali informativi per il grande pubblico quali: mostre, testi ed una banca dati condivisa pubblicata sul portale web. Achab Group ha curato la creazione della mostra “Aviazione e volo nella grande guerra” visibile in anteprima sul sito ufficiale del progetto ALISTO.
Le foto storiche aeree e le notizie sui campi di volo della Prima guerra mondiale saranno, inoltre, messe a disposizione di un più vasto pubblico attraverso lo strumento dei simulatori di volo avvicinando così al tema anche le scuole e una fascia di popolazione più ampia di quella interessata al tema specifico della guerra o dell’aviazione.

 

LeftoverSwap

Le eccedenze alimentari delle famiglie statunitensi condivise con lo smartphone

L'idea è di quelle che fanno riflettere in maniera immediata: quante volte abbiamo in frigo o in dispensa prodotti alimentari prossimi alla scadenza? E se potessimo offrirli a qualche nostro vicino, magari in cambio di altri prodotti di cui invece siamo rimasti senza?

Negli Stati Uniti Dan Newman e Bryan Summersett hanno creato LeftoverSwap, un'applicazione da installare sul proprio smartphone che mette in contatto chi ha comprato o cucinato cibo in eccesso e chi magari vorrebbe mangiarlo. Il meccanismo è molto semplice: l'app prevede un log-in per "letfover takers" interessati a ritirare il cibo offerto e un altro per "leftover givers" che fotografando e localizzando su una mappa la porzione di cibo in questione, la mettono a disposione dei takers interessati. Una funzione chat permette infine di scambiarsi le informazioni di dettaglio e concordare le modalità di ritiro.
L'applicazione è gratuita ma al momento è disponibile in inglese e solo per dispositivi Apple, gli sviluppatori hanno dichiarato che stanno lavorando alla versione per Android.

Con l'avvicinarsi delle festività natalizie è quanto mai importante che tutti aumentino il senso di consapevolezza del proprio spreco alimentare, spesso legato alla semplice mancanza di organizzazione al momento dell'acquisto o della preparazione ai fornelli.
Quindi, se non possiamo installare la nuova app sul nostro smartphone, ricordiamoci almeno di fare sempre la "lista della spesa"! Ci aiuterà davvero a contenere sprechi ingiusti sia dal punto di vista della soliderietà che della sostenibilità.

Trasporto merci in bicicletta

Uno studio europeo afferma che il 51% del trasporto merci potrebbe avvenire in bicicletta

Cyclelogistics è un progetto promosso dall’Unione Europea al fine di definire, attraverso l’uso molteplici strumenti d’indagine socio-economica, quali siano i possibili scenari di mobilità sostenibile nelle grandi città europee. Con l’obiettivo di creare una rete di aziende interessate al trasporto merci in bicicletta, è stato condotto uno studio specifico dagli esiti che alcuni potranno definire sorprendenti.
Nei 322 centri urbani coinvolti emerge, infatti, che il 51% dei trasporti potrebbe essere fatto in bicicletta. Il dato è calcolato sulla base di un peso del materiale che non superi i 200 chilogrammi e per una distanza inferiore a 7 chilometri per le biciclette a pedalata assistita e a 5 per quelle normali.
I potenziali vantaggi di un trasporto merci gestito in gran parte “a pedali” non si fermano però al miglioramento della qualità dell’aria, specie nelle zone a forte valenza commerciale, ma hanno un intrinseco valore di efficienza che emerge proprio nelle zone con una rete stradale più fitta e quindi meno adatta al traffico di grandi mezzi, come ad esempio i centri storici. Non dimentichiamo, infine, l’assoluta flessibilità in fatto di parcheggio.
Se pensiamo, però, che il 22% degli spostamenti urbani sono effettuati dai cittadini per esigenze di shopping o loisir possiamo affermare che con un cambiamento di abitudini quotidiane ciascun cittadino può dare concretamente un contributo ad una mobilità più sostenibile nella propria città. D’altra parte, solo il 6% degli spostamenti per acquisti richiederebbe il reale bisogno di un’automobile privata.

Per chi fosse interessato ad approfondire, è disponibile lo studio completo.

 

Fonte: Wired.it

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