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14 Marzo 2014

A Lemie (To) arriva lo chalet del compostaggio!

Con il finanziamento europeo del programma ALCOTRA si avvia un progetto di compostaggio per la comunità

Al fine di contribuire alla riduzione dei rifiuti da raccogliere e smaltire, il Comune di Lemie, grazie al supporto tecnico del Consorzio CISA di Ciriè in collaborazione con Achab Group e Corintea, ha inaugurato sabato 15 marzo, il nuovo chalet del compostaggio.
Si tratta di un’iniziativa del progetto C3PO, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma transfrontaliero Italia-Francia ALCOTRA, di cui il Consorzio CISA di Ciriè è il capofila. L’obiettivo è quello di sperimentare modalità che consentano di ridurre la quantità di scarti organici nei rifiuti, in particolare nei territori decentrati, come le alte Valli, nei quali la realizzazione della relativa raccolta differenziata della frazione organica è più onerosa, a causa delle maggiori distanze dagli impianti di destinazione. Questa strategia è già stata affrontata da CISA con la promozione del compostaggio domestico individuale, rilanciato negli scorsi anni anche attraverso il precedente progetto transfrontaliero R2D2, ma ora con lo chalet si vuole offrire un’opportunità in più a coloro che non possono effettuare il compostaggio individuale perché non dispongono di un’area verde o sono presenti solo sporadicamente (turisti).
Lo chalet è una struttura in legno che funge da “compostatore”, diviso in più scomparti: scomparto di immissione dei materiali, scomparto di maturazione del compost, scomparto di stoccaggio per il materiali legnoso da miscelare agli scarti organici.
Il progetto riprende un’idea sviluppata in Francia (Nantes, Chambery) ed applicata nella vicina Valle d’Aosta dalla Comunità Monte Cervino (Chatillon), presso alcune grandi utenze quali scuole e case di riposo. L’iniziativa parte su un nucleo ben definito di famiglie di Lemie che non possono attuare il compostaggio individuale, in parte residenti tutto l’anno e in parte in seconde case.
I cittadini conferiranno qui i loro scarti “umidi” con un secchiello appositamente fornito e senza alcun tipo di sacchetto (nemmeno biodegradabile) nello specifico comparto della chalet identificato con il pannello “scarti organici”, al quale accederanno con un’apposita chiave.  Un volontario referente aggiungerà quotidianamente materiale legnoso “strutturante” e un tecnico agronomo verificherà periodicamente il processo di compostaggio e, quando il comparto di immissione sarà pieno, trasferirà il materiale nel comparto di maturazione.
Per l’autunno si prevede la prima produzione di compost con un evento che coinvolgerà tutta la comunità.

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di Redazione Achab

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