Con questo Rapporto https://asvis.it/rapporto-territori-2023-/ che si affianca a quello pubblicato a ottobre, che faceva riferimento all’Unione europea e all’Italia, si analizza cosa è successo nei territori italiani negli otto anni che sono trascorsi dalla firma dell’Agenda 2030 e cosa deve succedere nei prossimi sette per conseguire i suoi 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals -SDGs).
Per l’Italia giudizio non soddisfacente
Il giudizio che emerge dal Rapporto è tutt’altro che soddisfacente: infatti, l’Italia mostra avanzamenti generalmente contenuti tra il 2010 e il 2022 per otto Obiettivi, una stabilità per tre e addirittura un arretramento per i rimanenti sei.
Gli impegni peraltro sono stati ribaditi sia con l’approvazione, avvenuta nel settembre di quest’anno, dell’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), sia con la sottoscrizione da parte dell’SDGs Summit delle Nazioni Unite della Dichiarazione politica, successivamente approvata dall’Assemblea generale, con la quale si prende atto che il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile a livello globale è in pericolo e si ribadisce la necessità di attuare l’Agenda 2030 (la Dichiarazione impegna ciascuno Stato, e quindi anche l’Italia, a dotarsi di Piani nazionali di accelerazione per attuare l’Agenda 2030).
2010-2022: pochi passi avanti
Per quanto riguarda l’andamento temporale si sottolinea che, nel periodo 2010-2022, l’Italia e i suoi territori non hanno fatto passi avanti significativi rispetto ai Goal dell’Agenda 2030 e i comportamenti tra le diverse ripartizioni (Nord-ovest, Nord-est, Centro e Mezzogiorno) sono abbastanza omogenei.
In sintesi si riportano le valutazioni emerse nel Rapporto.
- In termini dinamici, se forti miglioramenti riguardano, a livello nazionale, solo due Goal (salute ed economia circolare), anche la stragrande maggioranza delle Regioni e delle Province autonome mostra tendenze decisamente positive in uno o due Goal al massimo, con la sola eccezione positiva della Valle d’Aosta, che segna netti miglioramenti per tre Obiettivi. Parallelamente, se i peggioramenti registrati a livello nazionale riguardano in modo prevalente quattro Goal (povertà, qualità degli ecosistemi terrestri, risorse idriche e istituzioni, di cui i primi due in modo più significativo), anche la maggioranza delle Regioni e Province autonome registra peggioramenti in tre o quattro Goal, con l’eccezione positiva della Toscana, dove si rilevano arretramenti solo per due Goal, e le eccezioni negative per Molise e Basilicata, che mostrano tendenze negative per ben sei Goal;
- guardando al livello raggiunto dai singoli territori rispetto a quello medio nazionale, anche con riferimento alle categorie dell’Agenda 2030 si ripropone la tipica dicotomia tra il Mezzogiorno e le altre ripartizioni. Infatti, le Regioni del Mezzogiorno presentano, mediamente, valori inferiori alla media italiana in 11 Goal, mentre nelle altre ripartizioni il numero dei Goal per i quali si rileva un valore inferiore a quello medio nazionale è mediamente pari a due.
Confronto a livello territoriale
Il Rapporto illustra anche il confronto, per 24 obiettivi quantitativi, tra i risultati dell’Italia e quelli delle singole Regioni e Province autonome.
In estrema sintesi, limitandosi agli obiettivi quantitativi raggiungibili entro il 2030 e quelli particolarmente critici, per i quali ci si sta allontanando da essi, risulta che per quelli a prevalente:
- carattere sociale, 14 Regioni e Province autonome hanno la possibilità di ridurre sotto il 9% la dispersione scolastica e 15 di fornire servizi educativi per l’infanzia per il 33% degli aventi diritto. Di contro, per quanto riguarda l’obiettivo del 50% di laureati (in età 30-34 anni) in 12 Regioni o Province autonome la quota di laureati sta diminuendo;
- carattere ambientale, l’obiettivo di pervenire al 25% di SAU destinata a coltivazioni biologiche è raggiungibile da 11 territori su 21. Numerosi sono invece gli obiettivi con forti criticità, come quelli relativi all’efficienza idrica, alla riduzione del 20% dell’energia consumata e all’azzeramento del consumo di suolo, per i quali in circa due/terzi dei territori la situazione sta peggiorando, fermo restando che nessuna Regione o Provincia autonoma sembra avere la possibilità di raggiungerli entro il 2030;
- carattere economico, l’accesso alla copertura della rete Gigabit per tutte le famiglie appare un obiettivo raggiungibile da 18 territori. Al contrario, emerge una situazione estremamente critica per la riduzione di rifiuti urbani prodotti pro-capite: in 15 territori, infatti, tale produzione sta aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti significativi per questo indicatore;
- carattere istituzionale, si segnala che, nonostante l’obiettivo al 2030 di ridurre del 40% la durata media dei procedimenti civili rispetto al 2019, in 12 territori su 21 essa sta aumentando, il che rende per essi irraggiungibile l’obiettivo.
Il Rapporto infine avanza numerose proposte riguardanti le diverse tematiche esaminate.
di Riccardo Marchesi
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