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15 Giugno 2023

Rapporto ISTAT 2023: quale aspetto ambientale preoccupa di più gli italiani?

 

A partire dal 1998, e con continuità tra il 2012 e il 2022, nel contesto dell’indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” l’ISTAT rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. Negli ultimi anni tale quadro informativo è stato ampliato introducendo una serie di quesiti relativi ai comportamenti ecocompatibili

Infatti i comportamenti della popolazione, gli stili di vita, le opinioni e gli atteggiamenti che li condizionano hanno un grande impatto sulla sostenibilità ambientale e possono orientare le politiche che vengono adottate.

 

Il rapporto 2022 e le preoccupazioni degli italiani

A fine maggio 2023 è stato pubblicato il rapporto relativo al 2022 https://www.istat.it/it/files//2023/05/TODAYCOMPORTAMENTIAMBIENTALI2022.pdf). Il campione riguarda la popolazione di 14 anni e più di circa 25mila famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica.

Nel 2022 i cambiamenti climatici si confermano al primo posto tra le preoccupazioni per l’ambiente per oltre la metà del campione (56,7%). Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 50,2%. Al terzo posto, leggermente distaccata, si colloca la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (40,0%), poco sotto l’inquinamento delle acque (38,1%), l’effetto serra e il buco nell’ozono (37,6%, in crescita tra il 2021 e il 2022). Gli altri problemi ambientali preoccupano meno di tre persone su dieci; in fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni che coinvolgono una quota ristretta di persone (circa 1 persona su 10), come l’inquinamento elettromagnetico, le conseguenze del rumore sulla salute e la rovina del paesaggio. Quest’ultima è una preoccupazione in crescita nelle regioni del Nord ed è percepita in maniera più forte nelle regioni a vocazione turistica, ad esempio in Trentino-Alto Adige, oppure in regioni industrializzate come la Lombardia.

 

La distribuzione geografica della preoccupazione

Nel 2022 la preoccupazione per le tematiche ambientali si polarizza tra Nord e Mezzogiorno del Paese. In particolare, i cambiamenti climatici preoccupano il 59,8% degli abitanti del Nord rispetto al 51,8% di quelli del Mezzogiorno e anche l’inquinamento delle acque è particolarmente sentito dagli abitanti delle regioni settentrionali (39,9%) e un po’ meno nel Mezzogiorno (35,2%).

All’opposto, richiamano l’attenzione soprattutto dei residenti del Centro e del Mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (42,4% nel Mezzogiorno, 41,9% nel Centro e 37,4% nel Nord) e all’inquinamento del suolo (23,4% al Sud e 19,9% al Nord). Nel corso degli ultimi anni i cittadini della Campania e del Lazio hanno manifestato maggiore preoccupazione rispetto alle altre aree del Paese per la produzione e lo smaltimento di rifiuti.

Vivere in aree metropolitane (comuni appartenenti alle aree metropolitana) rafforza la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria.

 

Ogni età ha la propria preoccupazione

L’età rappresenta un’importante determinante della variabilità delle preoccupazioni ambientali. I giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone più adulte per quanto riguarda la perdita della biodiversità la distruzione delle foreste e l’esaurimento delle risorse naturali. Gli ultracinquantacinquenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico e l’inquinamento del suolo. La quota di cittadini che esprime preoccupazione per lo stato dell’ambiente cresce all’aumentare del titolo di studio, con differenziali relativi particolarmente elevati rispetto ai cambiamenti climatici, alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti e all’inquinamento delle acque.

 

I comportamenti ecocompatibili

Nella popolazione degli over 14 anni i comportamenti ecocompatibili sono finalizzati soprattutto alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2022 il 69,8% degli intervistati dichiara di fare abitualmente attenzione a non sprecare energia, il 67,6% a non sprecare l’acqua e il 49,6% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Inoltre, il 35,0% della popolazione legge le etichette degli ingredienti e il 22,5% acquista prodotti a chilometro zero, il 19,7% cerca di evitare di usare prodotti usa e getta.

Nelle regioni del Nord si rileva una percentuale più elevata rispetto alla media nazionale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità, ossia l’attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi e la scelta di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati. Nelle regioni del Centro si nota una maggiore attenzione nel leggere le etichette dei prodotti e acquistare prodotti biologici. I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali. L’attenzione a non sprecare acqua ed energia non mostra variabilità legata al territorio.

L’attenzione verso comportamenti ecocompatibili non è caratteristica precipua delle fasce di età giovanili e solo dopo i 25 anni di età iniziano a manifestarsi comportamenti decisamente più virtuosi. Ad esempio, non spreca acqua il 49,5% delle persone tra i 14 e i 24 anni rispetto al 73,9% degli over 55, così come mostra attenzione a non sprecare energia il 48,6% degli under 24 rispetto al 76,6% di coloro che hanno più di 55 anni.

Quanto alla scelta di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati, le percentuali più elevate si registrano tra i giovani sotto i 24 anni.

 

Genere e titolo di studio

Il genere non influisce sulle preoccupazioni di tipo ambientale ma le donne sono mediamente più attente a mantenere comportamenti ecocompatibili. Le differenze più evidenti si colgono soprattutto sui comportamenti di acquisto.

Il titolo di studio si rivela una variabile determinante anche per l’analisi dei comportamenti ecocompatibili dei cittadini. Al crescere del livello di istruzione aumentano le quote di coloro che abitualmente li adottano.

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di Riccardo Marchesi

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