Passeggiate nei boschi, laboratori pratici, giochi: quando pensiamo all’educazione ambientale probabilmente le prime immagini che ci sovvengono sono queste. Si tratta sicuramente di attività con un grande appeal su alunni e docenti perché permettono di sperimentare una “didattica del fare” (learning by doing) che porta grandissimi riscontri positivi.
Ma l’educazione ambientale non è solo questo. La tecnologia e la natura vanno a braccetto, ad esempio, nei progetti che usano i visori 3D che permettono di fare un viaggio virtuale ma molto realistico senza muoversi dal proprio banco! È quello che hanno provato gli alunni coinvolti nei progetti denominati “waste travel” realizzati da CISA (Ciriè, TO) e da ASVO (Portogruaro, VE) curati da Achab Group in collaborazione con Ancitel. L’uso di queste tecnologie è in linea anche con le indicazioni del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale. È un pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015), una visione operativa che pone al centro l’innovazione del sistema scolastico e le opportunità dell’educazione digitale.
I progetti già realizzati hanno dunque previsto la possibilità di visitare intere filiere di riciclo entrando virtualmente negli impianti, apprendendo così i vari passaggi del processo di riciclo di una frazione merceologica. Fare un’esperienza simile dal vivo sarebbe impossibile (per questioni di sicurezza oltre che di costi) per la scuola: la tecnologia diventa quindi fondamentale per permettere ad alunni e docenti di approfondire le conoscenze legate al riciclo e anche al tema dell’economia circolare.
Passeggiate nei boschi, laboratori pratici, giochi e viaggi virtuali: una buona educazione si fa con tutto.
di Redazione Achab
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