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14 Novembre 2023

Abbattimento emissioni gas effetto serra: a che punto siamo in Europa?

 

Il Rapporto Trends and projections in Europe 2023, pubblicato dall’EEA nell’ottobre 2023, evidenzia i progressi, le tendenze e i gap da colmare rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti dell’Unione Europea.

 

I progressi in Europa

Premessa l’urgenza di risparmiare ogni tonnellata di gas serra e sottolineato l’impegno dell’UE ad intensificare gli sforzi e a adottare azioni decisive lungo il percorso verso la neutralità climatica, il documento evidenzia i progressi ottenuti in Europa per il clima e l’energia. 

Negli ultimi decenni, l’UE ha ridotto di quasi un terzo le sue emissioni nette di gas serra, promuovendo allo stesso tempo la prosperità economica. Dati preliminari per il 2022 indicano che le emissioni nette totali di gas serra, comprese quelle internazionali del trasporto aereo, erano diminuite del 31% rispetto al 1990. In particolare, si è verificata una pronunciata riduzione delle emissioni di gas serra nei settori dell’approvvigionamento energetico e delle industrie ad alta intensità energetica, entrambi soggetti al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS) dal 2005.

Parallelamente, secondo le prime valutazioni dell’EEA, l’UE è riuscita ad espandere la quota di consumo da energia rinnovabile, con le fonti rinnovabili che rappresentano una quota stimata del 22,5% nel 2022. Inoltre, l’UE, sempre secondo le prime stime dell’EEA per il 2022, è riuscita a ridurre il consumo di energia primaria (Il consumo di energia primaria misura la domanda totale di energia di un Paese, poiché comprende il consumo del settore energetico stesso, le perdite durante la trasformazione e la distribuzione dell’energia, nonché il consumo finale da parte degli utenti finali) del 16% dal 2005, per merito di conversioni energetiche più efficienti e a ridurre dell’8% il consumo energetico finale

 

Ma siamo solo all’inizio…

Nonostante questi evidenti progressi, si è solo all’inizio della necessaria accelerazione verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, come previsto dalla Legge Europea sul Clima (ECL). Tale obiettivo è in allineamento con quello precedentemente fissato di ridurre almeno di almeno le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, attraverso il raggiungimento di una quota di energia rinnovabile del 42,5% (con un potenziale aumento fino al 45%) e una riduzione dei consumi energetici dell’11,7% rispetto alle previsioni al 2030 elaborate nel 2020. 

L’obiettivo complessivo di riduzione dei gas serra è sostenuto dagli obiettivi specifici previsti ai sensi dell’EU ETS, da quelli del Regolamento sulla condivisione degli sforzi (Effort Sharing Regulation, il provvedimento europeo per la riduzione delle emissioni riduzione delle emissioni per i settori non coperti dall’ETS) negli Stati Membri dal 2021 al 2030, nonché da miglioramento sostanziale della capacità di rimozione della CO2 attraverso l’uso del territorio, il cambiamento della destinazione d’uso del suolo, e attività forestali (Regolamento LULUCF). 

Per raggiungere questi obiettivi, il ritmo annuale assoluto delle riduzioni delle emissioni di gas serra devono essere più che raddoppiate rispetto a quelle annuali osservate dal 2005, con un’accelerazione particolarmente necessaria per le emissioni coperte dal Regolamento Effort Sharing Regulation, la riduzione del consumo energetico e la quota di energia rinnovabile.

 

Indicatori incoraggianti

Tra gli indicatori incoraggianti si possono citare l’incremento importante dell’incidenza di vento e sole nel settore elettrico dal 2005 al 2022, quando queste tecnologie hanno superato la quota del 20% nella produzione di elettricità. Anche altri settori hanno registrato un notevole impulso, esemplificato dalle crescenti vendite di pompe di calore e veicoli elettrici. Lo sviluppo di tecnologie, come per il solare fotovoltaico, supera le aspettative.

Segnali positivi sono emersi nel 2022, poiché alcuni settori hanno sperimentato notevoli riduzioni delle emissioni, anche se il totale delle emissioni dell’UE è diminuito dal 2021 al 2022 solo dell’1,9%, valore che è però inferiore a metà del ritmo necessario, Le riduzioni sono state determinate, tra l’altro, dagli alti prezzi dell’energia indotti dalla guerra in Ucraina, che ha portato alcuni settori a registrare risultati eccezionalmente elevati, in particolare nel settore edilizio (riscaldamento), le stime indicano un sostanziale riduzione del 9% delle emissioni di gas serra. Ciò può essere attribuito ad un inverno più mite, ma anche al minor consumo di energia legato ad una maggiore consapevolezza del consumatore e all’esigenza di risparmiare. Allo stesso modo, il settore industriale ha registrato un calo significativo delle emissioni di gas serra nel 2022, principalmente attribuibili alla riduzione della produzione nei settori ad alta intensità energetica industrie a causa degli elevati costi energetici. Viceversa nel settore dell’approvvigionamento energetico si stima che le emissioni siano aumentate del 3%, a causa dell’impennata dei prezzi del gas naturale ha rafforzato la competitività del carbone e si sono verificati disagi imprevisti nel settore nucleare e nelle installazioni idroelettriche. Fortunatamente, la forte simultanea crescita dell’energia solare ed eolica ha svolto un ruolo chiave nel controbilanciare questo effetto.

 

I numeri della crescita dell’energia rinnovabile

In termini numerici, la crescita della quota di energia rinnovabile sul consumo finale lordo di energia è dal 21,8% nel 2021 al 22,5% nel 2022, trainato principalmente dalla forte crescita dell’energia solare e amplificato dalla riduzione del consumo energetico. Il consumo totale di energia finale (FEC) ha visto una riduzione stimata tra il 2021 e il 2022 dell’1,5%, mentre il consumo di energia primaria (PEC) ha subito un calo più consistente, stimato al 4%. Inoltre, le stime preliminari per il 2022 mostrano un aumento nella rimozione di CO2 attraverso il cambiamento di uso del suolo ed il settore forestale, sebbene siano valutazioni che comportano un certo grado di incertezza.

Per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici sono necessarie politiche e misure più forti da parte degli Stati membri in tutti i settori. Le proiezioni settoriali delle emissioni di gas serra sottolineano ulteriormente la necessità di maggiori sforzi a tutti i livelli per raggiungere l’obiettivo del 2030. In particolare, il settore edilizio sembra notevolmente in ritardo. Guardando oltre il 2030, il divario è ancora più ampio tra gli effetti previsti dalle attuali politiche e misure in materia di emissioni di gas serra e gli obiettivi fissati. Esiste un’urgente necessità di accelerare gli sforzi nei trasporti e nell’agricoltura, che sono rimasti indietro in termini negli ultimi decenni. Altrettanto essenziale è il miglioramento della capacità rimozione della CO2 nel settore LULUCF.

 

Focus nazionali (e Italia)

Per quanto riguarda le prospettive nazionali, la maggior parte degli Stati membri si allinea alle traiettorie del 2022, ma sono necessarie maggiori ambizioni per colmare il divario entro il 2030.

Per il 2022, per quanto riguarda le emissioni di gas serra, le prime stime indicano che la maggior parte Stati membri, ad eccezione di Croazia, Cipro, Danimarca, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta e Romania sono riuscite a mantenersi al di sotto delle assegnazioni annuali di emissioni AEAs (l’Effort Sharing Regulation stabilisce per ciascuno Stato membro dell’UE un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 nei seguenti settori: trasporti interni, escluso il trasporto aereo, edilizia, agricoltura, piccola industria e rifiuti. In totale, le emissioni coperte dal regolamento Effort Sharing Regulation rappresentano quasi il 60% del totale delle emissioni nazionali dell’UE.). 

In merito alle fonti rinnovabili di energia, le stime preliminari per il 2022 suggeriscono che la quota di energia rinnovabile (FER) è aumentata nella maggior parte degli Stati membri rispetto al 2021. Fanno eccezione Cipro, Estonia, Ungheria, Italia, Romania e Slovenia. 

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, le stime preliminari per il 2022 lo indicano che diciotto paesi avevano ridotto il consumo energetico finale rispetto al 2021 (non l’Italia), mentre quindici paesi hanno ridotto i livelli di consumo di energia primaria (tra cui l’Italia).

Quindi l’imperativo è accelerare la trasformazione energetica e raggiungere la neutralità climatica. L’Europa ha compiuto passi decisivi con il Green Deal europeo, fornendo indicazioni chiare e sollecitando Paesi, cittadini e aziende a ridurre le emissioni di gas serra. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno concordato un accordo collettivo, obiettivi vincolanti e lo stanziamento di risorse. Ora si tratta di agire per il raggiungimento dei target fissati.

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di Riccardo Marchesi

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