Il 14 novembre Eurostat ha pubblicato i dati sul tasso di circolarità nell’utilizzo dei materiali nell’Unione Europea.
L’economia circolare mira ad aumentare la quantità di materiale recuperato e reimmesso nell’economia, riducendo quindi la produzione di rifiuti e limitando l’estrazione di materie prime “primarie”. Il tasso circolare di utilizzo dei materiali misura quindi la quota di materiale recuperato e reimmesso.
Il rapporto Eurostat
Secondo questi dati, nel 2022, il tasso di utilizzo circolare dei materiali dell’UE (denominato tasso di circolarità) ha raggiunto una percentuale pari all’11,5%, il che significa che l’11,5% delle risorse materiali utilizzate nell’UE proveniva da materiali di scarto riciclati.
Rispetto al 2021, il tasso di circolarità è aumentato solo di 0,1 punti percentuali.
Tra il 2010 e il 2022 il tasso è aumentato di 0,8 punti percentuali, passando dal 10,7% all’11,5%, tuttavia le quote più elevate sono state osservate nel 2018 e nel 2020: 11,6%.
Nel 2022, il tasso di circolarità è stato più alto nei Paesi Bassi (27,5%), seguiti da Belgio (22,2%), Francia (19,3%) e Italia (18,7%). Il tasso più basso è stato registrato in Finlandia (0,6%), Romania (1,4%) e Irlanda (1,8%). Le differenze nel tasso di circolarità tra i paesi dell’UE si basano non solo sulla quantità di riciclaggio in ciascun paese, ma anche su fattori strutturali nelle economie nazionali.
L’Italia ha raggiunto un massimo del 20,6% nel 2020, anno della pandemia, per poi scendere al 19,0% nel 2021 e appunto al 18,7% nel 2022.
Nel 2022, il tasso di circolarità più elevato per tipologia principale di materiale è stato quello dei minerali metallici con il 23,9% (+0,6% rispetto al 2021), seguito dai minerali non metallici con il 13,7% (-0,1%), biomassa 10,0% (+0,6%) e materiali/vettori di energia fossile con il 3,2% (nessuna variazione).
Monitorare i progressi
La Commissione Europea ha pubblicato uno schema metodologico quadro per monitorare i progressi verso l’economia circolare.
In sintesi si può affermare che vi siano scarsi segnali di una transizione dell’UE verso un’economia circolare. Le misure e i miliardi di euro dell’UE hanno avuto un modesto impatto sulla transizione negli Stati membri, soprattutto per quanto riguarda la progettazione circolare dei prodotti e dei processi produttivi. Questo era già stato rilevato dalla Corte dei conti europea (ECA) nella Relazione speciale “Economia circolare. Nonostante l’azione dell’UE, negli Stati membri procede lentamente”, pubblicata il 3 luglio 2023, che ha valutato se l’azione della Commissione UE fosse stata efficace nell’influenzare le attività di economia circolare negli Stati membri.
Per contribuire all’economia circolare, la Commissione europea ha predisposto due Piani d’azione: il primo nel 2015 (CEAP) conteneva 54 azioni specifiche; il secondo nel 2020, prendendo le mosse dal primo, prevede 35 azioni aggiuntive a sostegno di una maggiore circolarità dell’economia. Introducendo inoltre l’obiettivo ambizioso di raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nell’UE entro il 2030.
Tali piani non erano vincolanti, ma miravano ad aiutare gli Stati membri ad aumentare le attività di economia circolare negli ultimi anni, e includevano anche una serie di misure per facilitare l’innovazione e gli investimenti.
di Riccardo Marchesi
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