Dal 20 agosto 2023 è in vigore il DM 3 agosto 2023 che approva il nuovo Piano d’azione per gli acquisti “verdi” della Pubblica amministrazione (GPP), documento di indirizzo per la redazione dei Criteri ambientali minimi (CAM) negli appalti.
Il Piano d’azione sostituisce il precedente, approvato con DM 11 aprile 2008 e integrato successivamente dal DM 10 aprile 2013, e tiene conto dell’evoluzione normativa sugli appalti pubblici, compreso il recente D.Lgs 36/2023, in vigore dal 1° luglio.
Introduzione: i CAM
Nella parte introduttiva si ribadisce che gli appalti pubblici verdi sono uno strumento irrinunciabile per dare impulso al sistema economico nel nostro Paese e nell’Unione Europea, e tener conto di tutti gli aspetti riguardanti, in modo interconnesso, l’ambiente, la salute e gli aspetti socioeconomici. Inoltre si evidenzia come attraverso l’applicazione sistematica ed omogenea dei CAM si determinerà l’effetto leva sul mercato utile ad indurre gli operatori economici ad adeguarsi alle richieste della pubblica amministrazione, favorendo la diffusione delle tecnologie ambientali e di prodotti migliori sotto il profilo ambientale.
Si ricorda come i I CAM siano le “indicazioni tecniche” ossia i requisiti per garantire la tutela ambientale e, quando possibile, etico-sociale, tenendo conto dell’approccio lungo il ciclo di vita, collegati alle varie fasi che caratterizzano le procedure di affidamento:
- la definizione dell’oggetto dell’affidamento;
- la selezione dei candidati, laddove sia necessario o opportuno selezionare gli offerenti in base alla loro capacità tecnica ad assicurare migliori prestazioni ambientali durante l’esecuzione del contratto;
- le specifiche tecniche alle quali le forniture, i servizi o i lavori devono conformarsi;
- i criteri premianti per valutare le offerte che offrono prestazioni o soluzioni tecniche più avanzate rispetto alle caratteristiche già previste;
- le clausole contrattuali, vale a dire le modalità di esecuzione del contratto.
Appalti "verdi"
L’appalto è definito “verde” quando, così come previsto dall’art. 57, comma 2 del D. Lgs. 36/23, sono introdotte nella documentazione progettuale e di gara tutte le specifiche tecniche e le clausole contrattuali dei CAM e quando l’aggiudicazione è prevista con l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 108, commi 4 e 5, sulla base del miglior rapporto qualità prezzo o sulla base dell’elemento relativo al costo, laddove si tenga conto dei criteri premianti riportati nella corrispondente sezione dei medesimi CAM, vale a dire laddove si utilizzino uno o più di detti criteri premianti.
Per quanto riguarda le fonti per la definizione dei CAM, essi sono costituite da:
- le etichettature ambientali conformi alla UNI EN ISO 14024 e, in particolare, il marchio europeo di qualità ecologica comunitario Ecolabel (UE). Viene individuata l’opportunità tecnica e di mercato di imporre delle etichettature specifiche per definire le caratteristiche ambientali dei prodotti, nei limiti di quanto ivi previsto;
- i “comprehensive criteria” pertinenti del Toolkit Europeo sul GPP (https://green-business.ec.europa.eu/green-public-procurement/gpp-training-toolkit_en);
- le buone pratiche segnalate a livello nazionale o comunitario;
- le metodologie di valutazione del ciclo di vita (L.C.A. Life Cycle Assessment,) e analisi dei costi del ciclo di vita (L.C.C. Life Cycle Costing);
- le norme, anche tecniche pertinenti, laddove dall’applicazione di tali norme o attraverso indicazioni specifiche supplementari collegate a tali norme, possano derivare benefici ambientali diretti o indiretti.
Altri strumenti
Per quanto riguarda altri strumenti connessi agli appalti verdi, potrà considerarsi anche lo schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti “Made Green in Italy” istituito con DM 21 marzo 2018, n. 56. Tale schema adotta la metodologia per la determinazione dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF).
Per quanto riguarda l’evoluzione dei CAM nelle prossime edizioni si intende continuare ad affrontare anche gli aspetti sociali critici e specifici per la categoria di affidamento o fornitura di cui sono oggetto, definendo criteri ad hoc e promuovendone l’utilizzo. Nei CAM, inoltre, dovranno essere definiti in modo tale da tener conto della proporzionalità degli oneri per l’accesso a seconda del valore posto alla base d’asta e in modo tale da non ostacolare le micro, piccole e medie imprese.
Il Piano poi analizza le categorie di prodotti, servizi e lavori oggetto dei CAM, individua compiti e struttura del Comitato di gestione del piano d’azione e gli elementi guida per la procedura di definizione dei CAM.
Azioni prioritarie per l’implementazione degli appalti pubblici verdi
Per quanto riguarda le Azioni specifiche per le stazioni appaltanti, è necessario che gli uffici apicali delle stazioni appaltanti attuino le iniziative più appropriate rispetto alle dimensioni e alla struttura organizzativa dell’ente e al volume degli acquisti gestiti in proprio, ad esempio nel campo della formazione e della sensibilizzazione, nonché azioni di tipo organizzativo – gestionale, procedurale e amministrativo-contabile, mirate a soddisfare i fabbisogni legati alle attività interne ed esterne dell’ente stesso nel rispetto dei principi dell’economia circolare e della decarbonizzazione, attraverso la dematerializzazione, l’eliminazione degli sprechi, la riduzione del consumo di risorse. Tra le misure organizzative vengono citate l’adozione del lavoro agile; l’installazione di dispenser o rubinetti esterni ai locali sanitari per la distribuzione di acqua di rete; l’adozione di misure per promuovere la mobilità sostenibile del personale; la gestione sostenibile di eventi e trasferte e l’uso di videoconferenze; le misure per gestione responsabile dei dispositivi che consumano energia e la relativa formazione; la digitalizzazione dei documenti, le misure per evitare i beni monouso ecc. Vengono poi individuate Azioni per i soggetti aggregatori gestori di mercati elettronici.
Altre azioni di supporto
Infine sono individuate le Azioni di supporto all’attuazione del Piano d’azione. Viene indicato il ruolo delle Regioni, delle Province autonome, del Sistema Nazionale Protezione Ambiente, delle città metropolitane e del tavolo delle stazioni appaltanti, delle associazioni di categoria e delle Camere di commercio.
Si evidenzia come sarebbe utile che le Regioni e le Province autonome redigessero un Piano territoriale per l’attuazione del GPP che preveda ad esempio, la realizzazione e l’implementazione di reti a livello locale di organizzazioni pubbliche e private per facilitare la diffusione di buone pratiche, per agevolare la risoluzione di criticità, la realizzazione di campagne informative per le aziende operanti nei settori coinvolti dai CAM e la creazione di eventuali sportelli per le imprese per dare informazioni e facilitare l’accesso alle commesse pubbliche conformi ai CAM, la mappatura, nei settori in cui operano i CAM e nelle relative filiere, dei punti di debolezza e l’identificazione delle azioni e delle risorse da mettere a disposizione per superare le criticità ecc.
Sono infine previste Azioni di comunicazione, formazione e assistenza tecnica.
Viene previsto un monitoraggio sia ai fini del controllo del rispetto della normativa, sia per stimare i benefici economici ed ambientali derivanti dall’applicazione dei CAM. La prima fase sperimentale del monitoraggio è condotta su base campionaria, con il coinvolgimento tecnico-scientifico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Inquinamento Atmosferico.
di Riccardo Marchesi
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