Ho fatto il primo viaggio con la mia Tesla M3 LR. Non è stato solo il primo viaggio con un’auto completamente elettrica, ma anche il primo dopo il lungo lockdown che ci ha visto più o meno tutti chiusi in casa per oltre 60 giorni. Per me, abituato a fare mediamente 4.000 km al mese per incontrare clienti e colleghi, molti dei quali anche amici, è stata una clausura forzata che non vedevo l’ora di interrompere.
Partenza da Modena, primo appuntamento a Vigonza (PD), poi da li a Cazzago (VE), rientro prima a Formigine (MO) e poi a Magreta, per essere la sera a casa. Km percorsi 170 + 20 + 200 + 10 + 15, totale 415 km di cui buona parte in autostrada.
Sensazioni di guida classiche da elettrico, silenziosa (molto di più di una Prius), grande ripresa (obbligatorio contenersi), ottima interfaccia sia per l’uso del telefono che per le altre funzioni tutte accessibili dal mega touch screen di bordo. Lascio perdere le impressioni di guida per parlare solo della ricarica, la grande incognita per chi passa dai distributori alle colonnine.
Parto con ¾ di batteria perché non ho ancora installato il Wallbox, sto aspettando che il proprietario del condominio mi autorizza a tirare 10 metri di canalina per raggiungere il mio posto nel cortile interno. In autostrada alla velocità di 120 km da cruise controllo (a cui aggiungere qualche strappo per provare l’effetto supercar che le Tesla offre) non riuscirò a fare andata e ritorno. Decido di fidarmi del suggerimento del navigatore Tesla che programma le tappe sulla base dei Supercharge da 150 kW disseminati in giro per l’Italia e mi faccio i primi due appuntamenti senza preoccuparmi. Al ritorno tra Padova e Ferrara mi viene indicata una tappa al SUC di Occhiobello. Purtroppo c’è un problema, si trova all’interno di un albergo chiuso a causa del COVID-19. Non ho abbastanza autonomia per arrivare all’altro SUC Tesla di Modena Sud e quindi controllo sul telefono se ci sono altre opzioni in zona. A 2 km una colonnina di ricarica della LIDL da 22kW, gratuita. E’ la mia prima ricarica ma è semplicissima, premo un tasto sulla colonnina, mi dice di infilare la spina, collego e parte subito. Mentre l’auto immagazzina watt entro al LIDL a fare la spesa, poca gente, tutti con guanti e mascherine. Poi mi mangio una pizzetta e mi ritrovo con quei 60 km in più che mi permetteranno di arrivare al prossimo SUC. Spesa ricarica 0€. Grazie LIDL.
Riparto e metto alla prova il sistema di supporto alla guida che mantiene l’auto al centro della corsia facendo curve e rallentando se serve. Funziona. Mi fa un po’ rimpiangere l’Auto Pilot che non ho acquistato (6.500€), è una funzione software scaricabile in un qualsiasi momento (tranquilli, per ora non ci penso nemmeno).
Arrivo all’uscita di Modena Sud e nel parcheggio dell’Hotel Real Fini Baia del Re aggancio la macchina al mio primo SUC, ha una potenza fino a 150 kW, in meno di 15 minuti carico altri 300 km di autonomia, costo anche qui 0€. Quello che impressiona è la velocità, il tempo di leggere le mail e fare una telefonata e posso ripartire. Se avessi avuto a casa il mio wallbox avrei potuta caricare molto meno e cavarmela in 5 minuti, ma già che c’ero ne ho approfittato.
A Formigine devo andare in centro, per parcheggiare scelgo una postazione di ricarica Enel- X da 22 kW. In 25 minuti faccio il mio giro, rabbocco l’auto, e invece che pagare la sosta pago 1,71€ di energia. Non male, di sosta avrei speso più o meno uguale. E non avrei avuto un posto così comodo riservato per me. Completo l’ultimo giro per visitare i miei genitori, a 600 metri da casa c’è un’altra colonnina ENEL-X, ma lascio perdere e non la uso. Adesso l’auto è parcheggiata in cortile, (non alimentata causa ritardi autorizzazione condominio) con 343 km di autonomia e una spesa di 1,71€ per fare 415 km. Ma la sosta non mi è costata nulla. Inoltre ho fatto la spesa, con buona pace di mia moglie.
E’ inevitabile avere un po’ di ansia da ricarica quando passi ad un veicolo tutto elettrico. Il fatto è che rispetto ad un veicolo a fonti fossili, un’auto elettrica andrebbe rabboccata ogni volta che si ferma e dovrebbe partire da casa sempre con la batteria al 90%. Avessi avuto la batteria carica non mi sarei mai dovuto allacciare a nessuna colonnina, però al LIDL era gratuita, e pagare la ricarica invece della sosta non è una cattiva opzione.
Conclusioni? Penso che presto l’ansia di guardare il livello della batteria passerà, ci sono già tantissime colonnine, anche nei paesi più piccoli, oltre a sistemi di ricarica veloce che rendono possibile fare viaggi di 400 km con più mete come capita spesso a me. Posso dire che tutto quello che avevo letto e che mi aveva motivato a fare il grande passo per un veicolo elettrico è confermato.
Nel prossimo appuntamento: i motivi per cui abbiamo scelto di acquistare un veicolo elettrico usato.
di Paolo Silingardi
