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Al lavoro in “vélo”

velibLiberté, égalité… durabilité! Arriva dalla Francia una importante novità sul tema mobilità sostenibile. Pare infatti che il Ministro dell’Ecologia Royal abbia tutta l’intenzione di introdurre un nuovo incentivo per chi va al lavoro in bicicletta, con un’indennità di 25 centesimi al km per chi, lavoratore dipendente, sceglierà le due ruote per il tragitto casa-lavoro
 
Ancora da definire con certezza i meccanismi: pare che saranno direttamente le aziende (in cambio di sgravi fiscali equiparabili) a finanziare l’indennità direttamente in busta paga al dipendente e che, per il momento, non vi sarà alcuna imposizione, ma saranno le aziende stesse a scegliere se aderire liberamente.
 
Quello che è certo invece è che nel 2014 già fu intentata una sperimentazione delle stesse misure e ci furono risultati incoraggianti. In Belgio, inoltre, questo meccanismo normativo esiste già e chi opta per la "vélo” riceve 22 centesimi a km di indennità. 

Trasporto merci in bicicletta

Uno studio europeo afferma che il 51% del trasporto merci potrebbe avvenire in bicicletta

Cyclelogistics è un progetto promosso dall’Unione Europea al fine di definire, attraverso l’uso molteplici strumenti d’indagine socio-economica, quali siano i possibili scenari di mobilità sostenibile nelle grandi città europee. Con l’obiettivo di creare una rete di aziende interessate al trasporto merci in bicicletta, è stato condotto uno studio specifico dagli esiti che alcuni potranno definire sorprendenti.
Nei 322 centri urbani coinvolti emerge, infatti, che il 51% dei trasporti potrebbe essere fatto in bicicletta. Il dato è calcolato sulla base di un peso del materiale che non superi i 200 chilogrammi e per una distanza inferiore a 7 chilometri per le biciclette a pedalata assistita e a 5 per quelle normali.
I potenziali vantaggi di un trasporto merci gestito in gran parte “a pedali” non si fermano però al miglioramento della qualità dell’aria, specie nelle zone a forte valenza commerciale, ma hanno un intrinseco valore di efficienza che emerge proprio nelle zone con una rete stradale più fitta e quindi meno adatta al traffico di grandi mezzi, come ad esempio i centri storici. Non dimentichiamo, infine, l’assoluta flessibilità in fatto di parcheggio.
Se pensiamo, però, che il 22% degli spostamenti urbani sono effettuati dai cittadini per esigenze di shopping o loisir possiamo affermare che con un cambiamento di abitudini quotidiane ciascun cittadino può dare concretamente un contributo ad una mobilità più sostenibile nella propria città. D’altra parte, solo il 6% degli spostamenti per acquisti richiederebbe il reale bisogno di un’automobile privata.

Per chi fosse interessato ad approfondire, è disponibile lo studio completo.

 

Fonte: Wired.it